Lezioni



CLASSE   III   -   Verifiche di Filosofia   -   Aristotele: la metafisica


1.
Le quattro forme di stato corrotto secondo Platone.

Per Platone, come esiste una strutturale corrispondenza tra virtù e felicità, è altrettanto necessario che, al decadere della virtù, corrisponda un decadimento della felicità. Le forme di Stato in cui la giustizia viene man mano a mancare si dispongono in un crescendo di corruzione. In regime di timocrazia tende a sostituirsi alla virtù l'onore, e la sete di onore si trasforma ben presto in sete di denaro da parte della classe media, cioè della parte irascibile dell'uomo e dello Stato. L'oligarchia è da concepire soprattutto come plutocrazia, cioè come detenzione del potere da parte dei pochi ricchi che si contrappongono alla massa di poveri; prevale la parte bassa dell'anima, che cerca la soddisfazione di tutti i più capricci. Con la democrazia a poco a poco l'insaziabilità di ricchezza porta i giovani a non curarsi d'altro che del denaro; i ricchi, allora, si indeboliscono e, alla prima occasione il popolo insorge, proclamando l'eguaglianza; viene quindi bandito il rispetto, mentre temperanza e moderazione, prese per mancanza di virilità e spilorceria, vengono soppresse; la vita si consegna interamente ai piaceri. Dalla democrazia deriva direttamente la tirannide, proprio a causa dell'insaziabilità di libertà; l'eccesso di libertà (licenza) fa cadere nella servitù, quando qualcuno, che sia riuscito a farsi riconoscere capo del popolo (demagogo), riesce a imporre su tutti la propria volontà.

 

2. Il significato metafisico della scoperta della causa finale.

La causa finale si esprime come ciò in vista di cui (alla luce di cui) una sostanza è pienamente intelligibile; è la causa primaria (in senso metafisico, cioè anche ultimativa) che costituisce il senso stesso della causalità degli altri ordini di cause, il fondamento ultimo della causalità in generale. Il fine, in filosofia, non coincide con lo scopo, cioè con l'obiettivo dell'azione di una sostanza, altrimenti qualsiasi proposizione di senso metafisico sarebbe insignificante; sulla questione del fine (o della finalità) sta o cade tutta la pregnanza della metafisica. La finalità, infatti, costituisce l'orizzonte di comprensibilità delle cose (che divengono nel mondo), il contesto previo all'interno del quale esse godono di significato pieno, anche a prescindere da una loro singolare ed empirica realizzazione (come nel caso in cui un individuo, per motivi di ordine accidentale, non possa realizzare appieno la propria forma). Essa è l'orizzonte di intelligibilità di una sostanza, il panorama della visione intelligente entro il quale il significato di ogni cosa si rende manifesto, il tessuto di relazioni che costituiscono una sostanza come un elemento integralmente comprensibile nel tutto, la condizione ultimativa di senso. La finalità è un punto di partenza e, solo in seconda istanza, anche un punto di arrivo. La finalità è intimamente connessa con la non contraddittorietà: qualcosa è quel qualcosa e non può non essere quel qualcosa che è in ordine alla sua relazione di significato con il fine.

 

3. Univocità, equivocità e analogia dei termini.

Un termine può essere univoco, equivoco o analogo a seconda delle sue prerogative di predicabilità. Univoco è il termine che si predica sempre nel medesimo significato (ad esempio il nome "triangolo"), cioè intende sempre significare la medesima realtà pensata; equivoco è il termine che si predica di realtà del tutto differenti (ad esempio "cane", che si dice del quadrupede, del percussore nelle armi da fuoco e della costellazione; "pesca" si dice del frutto e della pratica di caccia ittica), in quanto queste ultime condividono, estrinsecamente, soltanto il suono della loro significazione, ma nulla di sostanziale; analogo è il termine che si predica di cose differenti, ma in ragione di (in relazione a) un unico principio di significato (ad esempio l'aggettivo "sano", che si dice dell'individuo, del sangue, del cibo e dell'ambiente in ragione del significato della salute intesa ora come qualità, ora come sintomo, ora come causa, ora come effetto).

 

4. La sostanza sinolo e le sue caratteristiche.

La metafisica è anche scienza della sostanza e la sostanza si dice della forma, del substrato e del sinolo. Sýnolon è termine intraducibile; significa il “con-tutto”, il “tutto intero”, il “tutto insieme”. Rappresenta la sostanza nel suo significato più proprio e più "aristotelico". Sinolo sono tutte le cose che si incontrano nell'esperienza, strutturate di materia (substrato) e di forma, in un insieme integrale e significativo, concreto e saldo in se stesso, fintantoché non intervienga una causa di dissoluzione che operi una trasformazione. Sinolo è ciascuna realtà ilemorfica. La sostanza sinolo, poi, gode di tutti i seguenti caratteri: si predica di per sé, indipendentemente da qualsiasi inerenza predicativa ad altro; sussiste separatamente, in quanto, grazie alla sua compiutezza, è indipendente da altro; è determinata; è unica ed integrale nel suo essere, anche se risulta dall'aggregazione di elementi o di componenti (es.: il “mucchio”); è sempre in atto in quanto considerata di per sé.