Lezioni



CLASSE   III   -   Verifiche di Filosofia   -   Platone: l'iperuranio e la cosmologia


1.
La funzione antirelativistica del "che cos'è" socratico

Applicando il metodo dell'ironia, Socrate incalza l'avversario con l'interrogativo «che cos'è?», per riuscire ad ottenere da lui una formula breve, sintetica, esatta e univoca dell'oggetto della discussione. Socrate, cioè, vuole ottenere che l'avversario fissi definitivamente i limiti di significato di un termine, per potersene servire univocamente nel corso di tutta la discussione successiva, evitando così che la relatività definitoria faciliti il tergiversare retorico dell'argomentazione, fino a dimostrare antilogicamente. L'ignoranza e l'ironia, pertanto, mediante l'incalzare della domanda circa il «che cos'è», mirano al parto della verità sulla base della visione sempre più chiara, precisa e sicura dell'oggetto in questione che il dialogante perviene a formulare. La necessità di giungere ad una delimitazione di significato è dunque funzionale, in Socrate, allo smascheramento del relativismo sofistico. Precisare incontraddittoriamente un significato, infatti, significa evitare di poter discutere a partire dagli aspetti accidentali di una cosa anziché dalla sua effettiva sostanza.

 

2. La scoperta platonica del soprasensibile

La nostra esperienza si muove nel mondo sensibile ritenendo di possederne la conoscenza. Ad una attento esame, tuttavia, il sensibile si rivela molto lontano da una reale ed effettiva conoscenza, perché i suoi componenti sfuggono, in ultima analisi, a qualsiasi forma di comprensione: scomponendo qualsiasi cosa non se ne trova la parte fondamentale, cioè quella che ne determina il significato. La realtà sembra allora appartenere a una dimensione diversa dal sensibile, cioè la dimensione di ciò che non è composto (di parti), di ciò che è eternamente saldo nel suo significato e che non cade sotto alcun genere di sensazione. La realtà stabile è quella intelligibile, cioè quella che esclude il riferimento alla facoltà del senso in generale. Questa è la scoperta di Platone. Egli ha per la prima volta teorizzato la dimensione dell'intelligibile, indicando in essa il senso compiuto di ogni cosa. Essa rappresenta il cuore del platonismo maturo. La teoria delle idee è il risultato fondamentale della speculazione platonica, è la scoperta di una realtà soprasensibile, cioè dell'esistenza di una dimensione soprafisica dell'essere. L'indagine filosofica dei predecessori di Platone aveva sostanzialmente cercato di spiegare i fenomeni in un unico modo, cioè ricorrendo a cause o principi di carattere meccanico o materiale, con esiti deludenti se non contraddittori. Impegnandosi nel cercare di dare una risposta soddisfacente al problema filosofico Platone si impegna nella “seconda navigazione”, cioè la navigazione a remi che si doveva intraprendere, durante i viaggi per mare, nei momenti di bonaccia in assenza di vento; un modo di navigare ben più faticoso, ma meno soggetto ai capricci delle correnti e degli agenti meteorologici.

 

3. Il problema del parmenidismo e il superamento platonico

Per essere gerarchicamente distribuite nell'iperuranio le idee devono distinguersi l'una dall'altra, strutturalmente, e, per distinguersi, l'una deve differire dall'altra, cioè non essere l'altra. Diviene dunque fatale una qualche ammissione di quel non-essere che Parmenide aveva del tutto escluso. Nel dialogo intitolato Sofista viene espressamente tematizzato il superamento di Parmenide. Platone introduce tre idee generalissime: Essere, Quiete e Movimento, alle quali se ne aggiungono altre due, Identico e Diverso. Infatti, l'essere, per essere quello che è (e così la quiete e il movimento) deve essere identico a sé stesso e diverso dalla quiete e dal movimento (lo stesso per quiete e movimento). Il “diverso”, tuttavia, è una forma di non-essere, infatti, essere diverso da altro significa non-essere altro. Il non-essere, dunque, ha luogo all'interno dell'essere stesso senza creare contraddizione, contro il principio parmenideo. Parmenide è stato ucciso, il blocco monolitico dell'essere omogeneo è stato spezzato; la filosofia, a questo punto, può progredire. L'eleatismo è poi contraddetto anche con l'ammissione di una quiete e di un movimento ideali nel mondo intelligibile: ciascuna idea è immobilmente se medesima, ma è anche, dinamicamente, un ideale movimento verso le altre, in quanto partecipa di altre o in quanto le esclude.

 

4. La creazione del tempo

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